Il nostro progetto

Posted in Uncategorized on aprile 9, 2009 by menteguerra

La tragedia che in questi giorni sta accadendo a Gaza in Palestina e che tanto ci colpisce pensando al numero di morti e di feriti appare ancora più tragica quando si pensa, terminata l’invasione, a tutti coloro che sono sopravvissuti a tale macello.
Quando si dice guerra si pensa alle ferite, alle amputazioni ad una integrità fisica persa ma difficilmente il pensiero corre a ferite invisibili, forse ancor più laceranti e limitanti, quali i traumi subiti nel corso dei bombardamenti e dell’invasione che si è perpetrata in questi 15 giorni.
I lutti,la perdita di genitori, fratelli, amici, in un crescendo continuo di violenza bestiale che non sembra aver mai fine, la precarietà della propria vita, il terrore continuo, la perdita di ogni certezza, di ogni punto di riferimento, determinano traumi che significano paura perdita solitudine abbandono non immaginato ma tragicamente reale che non è più in alcun modo ricomponibile neppure vi fosse un ritorno alla normalità.
Ed allora ecco l’esigenza, la necessità di provare a far si che con questi traumi si possano riprendere le fila di vite interrotte, si possa provare a ridare un minimo di normalità, di sicurezza, di fiducia nella vita e nel mondo a bambini ed adolescenti così duramente provati affinchè le loro ferite non si incistino in più gravi problematiche personali o sociali.

I programmi pensati ad oggi per le guerre così come per le catastrofi naturali partono dal presupposto che vi sia un allontanamento dal trauma con la creazione di una condizione di ritorno alla vita normale.
Questo non pare attualmente praticabile in Palestina così come non pare praticabile né opportuno uno sradicamento finalizzato all’inserimento in altri contesti maggiormente normali (per es.Paesi Europei) per portare avanti idonei trattamenti di supporto o psicoterapici.

La risorsa di un tessuto sociale coeso e forte, con una precisa e forte identità culturale e nazionale, come quello maturato dal popolo palestinese dal momento della Nakba, va mantenuto e rinforzato per cui è necessario che qualsiasi intervento venga effettuato all’interno dei territori palestinesi.

L’idea è quella di trovare un gruppo di persone medici psichiatri, psicologi,infermieri ed educatori disponibili a recarsi a Gaza per circa un mese per valutare la situazione, la tipologia dei danni psicologici determinati dagli attacchi per individuare strategie di intervento applicabili in loco.
Suggestiva pare l’idea di addestrare di gruppi di volontari nella popolazione residente, preferibilmente giovani, che con idonee tecniche possano favorire la metabolizzazione dei traumi subiti.
Altrettanto importante e necessaria pare una verifica documentata dei danni indotti nella popolazione, soprattutto nei giovani, per sostenere la crudeltà e la disumanità degli attacchi portati avanti in questi giorni, ma soprattutto a far sì che non solo i danni a breve termine possano essere ritenuti esecrabili.

Ciò che ci proponiamo non pare semplice anche perché non vi sono esperienze in tal senso ma ci sembra che un’ottica di intervento come quello proposto sia indispensabile, quanto lo sono i presidi medico chirurgici in questo momento.

Il progetto, più in dettaglio, prevede che si costituisca qui in Italia, un’èquipe pluriprofessionale costituita da

A- Un medico – criminologo
B- Un medico – nerupschiatrainfantile
C- Un medico – psichiatra
D- Uno psicologo
E- Un educatore professionale
F- Un esperto di volontariato

con la finalità di recarsi a Gaza per un periodo dai 15 ai 30 giorni.
La permanenza a Gaza, seppur breve, ha come obbiettivo quello di effettuare una valutazione dell’esistente, delle risorse disponibili ma soprattutto della tipologia di problematiche che pare necessario ed urgente affrontare.
Per fare ciò è indispensabile la condivisione e la collaborazione con le organizzazioni umanitarie palestinesi in campo sanitario.
Contemporaneamente il compito è quello di selezionare all’interno della popolazione volontari/operatori con la finalità di una formazione ed addestramento specifici per affrontare le problematiche rilevate.
Sarebbe utopistico immaginare in un solo mese di realizzare gli obbiettivi suddetti che invece dovranno necessariamente essere spalmati in un arco di tempo più ampio e con modalità che andranno successivamente definite e precisate.

Pare invece urgente recarsi in loco per organizzare il lavoro e soprattutto valutare i bisogni gettando intanto le basi per interventi precoci affinchè non vi siano stabilizzazioni e/o cronicizzazioni nella sintomatologia di disagio causata dagli attacchi estremamente intensi e massicci, quasi senza tregua, che sono durati per un mese

Perchè questo blog?

Posted in Uncategorized on aprile 9, 2009 by menteguerra

Nel gennaio del 2009, il pretestuoso e violento attacco di Israele contro i palestinesi “imprigionati” nella Striscia di Gaza ha fortemente scosso le coscienze di molti di noi e, nell’intento di esprimere supporto e solidarietà, è nata l’idea di un progetto di sanitario non tanto legato all’emergenza quanto al dopo, al tentativo di alleviare e circoscrivere il danno psicologico delle parti più fragili della popolazione, cioè i bambini e le donne.
Il 1 marzo una delegazione di Medici, psicologi ed educatori si sono quindi recati nella Striscia di Gaza per una ricognizione non solo dei danni provocati dall’attacco ma anche di quelle che sono lerisorse esistenti in modo tale da creare una collaborazione su interventi che siano strutturati e duraturi nel tempo.
Il senso di questo blog è non solo raccontare la nostra esperienza, dar conto di ciò che abbiamo visto ma anche e soprattutto tenere aggiornati tutti coloro che sono interessati ed a vario titolo ci sostengono, dell’evoluzione del progetto stesso